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10 Colour Idioms

Impariamo alcuni modi di dire relativi ai colori. Tra parentesi la traduzione letterale del modo dire e in corsivo la traduzione che si utilizza in italiano

Red

  • a red herring (un’aringa rossa) – una pista falsa / un depistaggio

The detective found a lot of documents on the crime scene but they all turned out to be red herrings.

  • to catch someone red-handed (catturare qualcuno con le mani rosse) – prendere qualcuno con le mani nel sacco

Timmy was caught red-handed stealing cakes from his grandma’s cupboard.

  • to paint the town red (dipingere la città di rosso) – fare baldoria

The weekend, at last! We’re finally going to paint the town red!

Blue

  • out of the blue (fuori dal blu) – di punto in bianco, inaspettatamente

Jimmy called me on the phone out of the blue yesterday.

The teacher was very angry with us and decided to give us a test out of the blue.

  • once in a blue moon (una volta ogni luna blu) – una volta ogni morte di Papa

I wash my car once in a blue moon.

She visits us only once in a blue moon. We wish we could see her more.

Green

  • green with envy (verde d’invidia) – verde d’invidia

Barbara was green with envy when she found out that her sister had a new boyfriend.

  • to give the green light (dare la luce verde) – dare il via libera

Our project has been given the green light. We can finally start working on our survey.

  • to have a green thumb (avere un pollice verde) – avere il pollice verde, avere talento per il giardinaggio

Josh’s garden is filled with lush vegetation. He really has a green thumb!

Black

  • pitch black (nero assoluto) – buio pesto

We had a power cut last night and since we live in the middle of the woods with no-one around us, everything was pitch black.

  • the pot calling the kettle black (la pentola che dice al bollitore che è nero) – il merlo che dice al corvo che è nero / senti chi parla!

Tommy said his deskmate was cheating in the exam but he had all the answers written on his wrist. Talk about the pot calling the kettle black!

Adesso prova ad esercitarti con questi nuovi modi di dire:

Gli acronimi di Internet

Il linguaggio di internet è spesso costituito da sigle e abbreviazioni che vengono usate in chat, forum, commenti ad articoli, video o canzoni ma anche un semplice messaggio via smartphone può essere un terreno fertile per questo tipo di codice “misterioso”. In questa lista abbiamo inserito le sigle più comuni. Buona lettura e buona investigazione!

AKA = also known as (anche conosciuto come, alias)

ASAP = as soon as possible (il prima possibile)

B4 = before (prima)

BBL = be back later (torno più tardi)

BTW = by the way (a proposito)

CU = see you (ci vediamo)

CUL8ER = see you later (ci vediamo più tardi)

DIY = do it yourself (fai-da-te)

EOF = end of the file (fine del documento)

F2F = face to face (faccia a faccia, vis a vis)

FAQ = frequently asked questions (domande frequenti)

FYA = for your amusement (per il tuo divertimento)

FYE = for your entertainment (per il tuo divertimento)

GD = good (bene)

GL = good luck (buona fortuna)

IMO = in my opinion (secondo me)

IMHO = in my humble opinion (a mio modesto avviso)

IOW = in other words (in altre parole)

IRL = in real life (nella realtà)

LOL = laughing out loud (rido a crepapelle)

MOOCS = massive open online courses (corsi online aperti a un grande pubblico)

OMG = Oh my God (oh mio Dio)

OTOH = on the other hand (d’altro canto)

ROTFL = rolling on the floor laughing (mi rotolo per terra dalle risate)

TIA = thanks in advance (grazie in anticipo)

TY = thank you (grazie)

WTG = way to go! (ottimo!)

WTH = what the hell (che cavolo)

YOLO = you only live once (si vive solo una volta)

Viking and Norman words in English

In medieval times, the English language was enriched by a large number of words coming from Old Norse, the language of the Vikings, and French, after the Norman conquest of 1066.
Words such as sky, skull, berserk, bull, cake, egg, fog, guest, kid, knife, knot, lad, mistake, plough, race, reindeer, saga, skin, skirt, wing, window, troll, they or verbs such as take, whirl, whisk, shake, haunt, hit are of Viking origin. Words beginning with “sk-” (e.g. skull, skill, sky, …) are typically Scandinavian; some of these words maintained the “sk-” sound, while others changed it into “sh-“, e.g. the verb “shall“, “sceal” in Old English and “skola” in Old Norse and Swedish.

After 1066, French became the language spoken at court and several words of French origin started to be used: beef, mutton, salad, sausage, cabbage, carrot, cherry, parish, prayer, mail, portcullis, friar, mass, dolphin, elephant, ostrich, falcon, state, guard, soldier, cavalry, officer, vault, belfry, aisle are just some examples we still use nowadays.

Collocations: what are they? Collocations with DO, PLAY, GO

Che cosa è una “collocation“?

Una collocazione, dal latino collocāre cioè “mettere in un luogo”, è una associazione abituale e privilegiata di due o più parole in una frase. Possiamo definire una collocazione come una combinazione lessicale.

Nota bene, non stiamo parlando di regole grammaticali, bensì di vocabolario: queste associazioni sono del tutto arbitrarie e dettate dall’uso che nel corso del tempo si è consolidato ed è diventato normale per i parlanti di quella lingua.

Facciamo alcuni esempi:

in italiano siamo soliti usare l’espressione “buio pesto“; non ci sogneremmo mai di usare un’espressione come “buio schiacciato” anche se, potremmo dire, “schiacciato” è un sinonimo di “pesto“. In questo caso diciamo che la parola “buio” colloca, si aggancia solamente con la parola “pesto” e non con la parola “schiacciato“. Abbiamo quindi trovato la sua collocazione. Il corrispettivo inglese di questa espressione è invece “pitch black“.

Possiamo immaginare le collocazioni come due pezzi di un puzzle che si incastrano perfettamente. Ora, ogni lingua ha collocazioni diverse e proprio una traduzione letterale e inaccurata può portare a creare delle espressioni che suonerebbero strane ad un orecchio madrelingua.

Un caso molto eclatante è quello dell’espressione “mare mosso“. In inglese usiamo l’espressione “rough sea“, dove l’aggettivo “rough“, “ruvido“, indica per l’appunto che la superficie del mare non è piatta come quella di un mare calmo, ma ruvida, non lineare, proprio perché mossa dalle onde. In italiano la traduzione letterale “mare ruvido” non avrebbe invece nessun senso.

In questo articolo vogliamo presentare una serie di collocazioni legate alle attività sportive con tre verbi che spesso creano un po’ di confusione per gli studenti italiani: DO, PLAY e GO. Have a look!